Mendicanti di Spagna, стр. 1

Nancy Kress

Mendicanti di Spagna

Per Marcos-ancora

LIBRO I: LEISHA

2008

Con energia e insonne vigilanza avanzate e dateci vittorie.

ABRAMO LINCOLN, al General Maggiore Joseph Hooker, 1863

1

Erano rigidamente seduti sulle sue antiche poltrone stile Eames, due persone che non volevano trovarsi lì, quanto meno una che non voleva e una che era risentita per la riluttanza dell’altra. Per il Dottor Ong non si trattava di cosa nuova. Nel giro di due minuti fu sicuro: era la donna quella che opponeva una silenziosa e accanita resistenza. Lei avrebbe perduto. L’uomo l’avrebbe invece scontata in seguito, attraverso piccole cose, per lungo tempo.

— Presumo che lei abbia già effettuato i necessari controlli relativi alla solvibilità — disse Roger Camden con espressione gradevole. — Quindi occupiamoci subito dei dettagli, d’accordo, dottore?

— Certamente — rispose Ong. — Perché non comincia a elencarmi tutte le modifiche genetiche a cui siete interessati per il bambino?

La donna si spostò improvvisamente nella poltrona. Era sulla ventina inoltrata, chiaramente una seconda moglie, ma aveva già un aspetto sbiadito, come se tenere il passo con Roger Camden la stesse logorando. Ong non stentava a crederlo. La signora Camden aveva capelli bruni e occhi castani; la sua pelle era di una tonalità scura che sarebbe risultata graziosa se le sue guance avessero mostrato un briciolo di colore. Indossava un cappotto marrone, né di gran moda né dozzinale, e scarpe che avevano un vago aspetto ortopedico. Ong lanciò un’occhiata ai propri appunti per controllare il suo nome: Elizabeth. Avrebbe giurato che le persone lo scordavano di frequente.

Accanto a lei, Roger Camden irradiava una vitalità nervosa: un uomo di mezz’età, la cui testa a forma di proiettile non si armonizzava con il taglio di capelli curato e il completo italiano in seta, da uomo d’affari. Ong non ebbe bisogno di consultare la propria documentazione per ricordare le informazioni relative a Camden. Una caricatura della testa a forma di proiettile era stata la vignetta di prima pagina dell’edizione della mattina precedente del "Wall Street Journal": Camden aveva messo a segno un colpo magistrale con un investimento su un atollo-dati oltre frontiera.

Ong non era certo di cosa fosse un investimento su un atollo-dati oltre frontiera.

— Una bambina — disse Elizabeth Camden. Ong non si era aspettato che fosse lei a parlare per prima. La voce della donna rappresentò un’ulteriore sorpresa, inglese britannico di alta classe. — Bionda. Occhi verdi. Alta. Slanciata.

Ong sorrise. — I fattori esteriori sono i più facili da ottenere e sono certo che voi lo sappiate già. Tutto quello che possiamo fare per la snellezza è fornire una disposizione genetica in quella direzione. Il modo in cui nutrirete la bambina, ovviamente…

— Sì, sì, è ovvio — disse Roger Camden. — Adesso parliamo di intelligenza. Grande intelligenza. E senso di temerarietà.

— Mi dispiace, signor Camden, non si conoscono ancora abbastanza bene i fattori di personalità per consentire genet…

— Stavo solamente sondando il campo — lo interruppe Camden con un sorriso che Ong ritenne volesse indicare allegria.

Elizabeth Camden aggiunse: — Abilità musicale.

— Ancora una volta, signora Camden, tutto ciò che possiamo garantire è una disposizione alla musicalità.

— È sufficiente — commentò Camden. — La gamma completa di correzioni per qualunque problema di salute collegato ai geni, ovviamente.

— Ovviamente — disse il dottor Ong. Nessuno dei due clienti parlò. Per il momento si trattava di una lista relativamente modesta, dati i soldi di Camden; la maggior parte dei clienti doveva essere convinta a eliminare tendenze genetiche contraddittorie, sovraccarico di alterazioni o aspettative irrealistiche. Ong restò in attesa. La tensione pizzicava nell’aria come un forte calore.

— E nessun bisogno di dormire — aggiunse Camden.

Elizabeth Camden voltò violentemente la testa di lato per guardare fuori dalla finestra.

Ong prese un fermacarte magnetico dalla scrivania. Cercò di rendere la propria voce gradevole. — Posso chiederle come sia venuto a sapere dell’esistenza di questo programma di modifica genetica?

Camden sogghignò. — Non ne sta negando l’esistenza. L’apprezzo molto per questo, dottore.

Ong cercò di contenersi. — Posso chiederle com’è venuto a sapere dell’esistenza del programma?

Camden infilò una mano nella tasca interna della giacca. La seta era spiegazzata e arricciata: corpetto e abito erano di classe differente. Ong rammentò che Camden era uno Yagaista, amico intimo di Kenzo Yagai in persona. Camden consegnò a Ong un foglio di carta: dati tecnici del programma.

— Non si preoccupi di andare a caccia della falla nei sistemi di sicurezza della sua banca dati, dottore. Non la troverà. Se però può servirle da consolazione, non ci riuscirà nessun altro. Ora. — Si sporse in avanti all’improvviso. Il suo tono cambiò. — So che lei ha creato venti bambini che non hanno alcun bisogno di dormire che, per il momento, diciannove di loro sono in perfetta salute, intelligenti e psicologicamente normali. In effetti, sono migliori di quelli normali: sono tutti insolitamente precoci. Il più grande ha già quattro anni e sa leggere in due lingue. So che lei sta pensando di mettere sul mercato questa modificazione genetica nel giro di qualche anno. Tutto quello che io voglio è un’opportunità di acquistarla per mia figlia adesso. A qualsiasi prezzo lei intenda chiedermi.

Ong si alzò in piedi. — Non mi è possibile discutere direttamente con lei dell’argomento, signor Camden. Né il furto dei nostri dati…

— Che non è stato un furto… il vostro sistema ha sviluppato una bolla di rigurgito spontaneo nel canale pubblico. Avrebbe una difficoltà del diavolo a provare che è avvenuto altrimenti…

— …né l’offerta di acquistare questa particolare modifica genetica ricade nella mia sola area di competenza. Tutt’e due le cose devono essere discusse con il consiglio d’amministrazione dell’Istituto.

— Ma certo, ma certo. Quando portò parlare anche con loro?

— Lei?

Camden, ancora seduto, sollevò lo sguardo su di lui. A Ong sovvenne che esistevano soltanto pochi uomini in grado di mantenere uno sguardo così sicuro di sé trovandosi mezzo metro sotto il livello degli occhi altrui. — Certamente. Mi piacerebbe avere l’opportunità di sottoporre la mia offerta a chiunque possegga la reale autorità per accettarla. Si tratta soltanto di un buon affare.

— Non è solamente una transazione commerciale, signor Camden.

— Non è nemmeno solamente pura ricerca scientifica — ribatté Camden. — Siete un’azienda a scopo di lucro. Con determinate agevolazioni fiscali concesse soltanto a imprese che si adeguano a determinate leggi di concorrenza leale.

Per un minuto Ong non riuscì a comprendere che cosa intendesse dire Camden. — Leggi di concorrenza leale…

— …promulgate per proteggere fornitori di minoranza. So che non si è mai arrivati a utilizzarle in processo a favore di clienti, eccetto che nel caso di speculazioni immobiliari relative a installazioni di energia-Y. Ma si potrebbe arrivare in tribunale, dottor Ong. Le minoranze hanno diritto alle stesse offerte di prodotti delle non minoranze. So perfettamente che l’Istituto potrebbe non gradire un processo in tribunale, dottore. Nessuna delle vostre famiglie genetiche sottoposte al test-beta è negra o ebrea.

— Un processo… ma lei non è negro né ebreo!

— Io faccio parte di una minoranza diversa. Polacco-americana. Il nome originale era Kaminsky. — Camden si alzò in piedi, alla fine. Sorrise calorosamente. — Ascolti, è ridicolo! Lo sa lei e lo so anch’io, e tutti e due sappiamo che festa sarebbe per i giornalisti. Lei sa anche che non voglio perseguirla con un processo ridicolo solo per utilizzare la minaccia di pubblicità prematura e negativa per ottenere quello che desidero. Non voglio fare alcuna minaccia, mi creda. Voglio solamente per mia figlia questo meraviglioso vantaggio che lei ha scoperto. — Il suo volto cambiò, mostrando un’espressione che Ong non avrebbe mai creduto possibile su quei particolari lineamenti: malinconia. — Dottore, sa quante cose in più avrei potuto realizzare se non avessi dovuto dormire in tutta la mia vita?